Foro di Nerva
Dopo la costruzione del Templum Pacis, ultimato nel 75 d.C., rimaneva un ampio spazio rettangolare di mt. 45 x 170, tra questo e i precedenti complessi realizzati da Augusto e Cesare, occupato da edifici più antichi e di carattere commerciale (unici sopravvissuti dell’antichissimo quartiere dell’Argiletum) e dagli ingombranti perimetri delle due gigantesche absidi meridionali del Foro di Augusto.
Verso ovest quest’area doveva apparire delimitata dal maestoso prospetto del lato posteriore della Basilica Emilia e nel suo sottosuolo correva la Cloaca Maxima.
Sulla base dei dati degli scavi recenti e delle notizie fornite dagli autori classici è possibile stabilire che la sistemazione dello spazio di risulta e la sua trasformazione in Foro avvennero ad opera di Domiziano, imperatore dall’81 al 96 d.C. e che forse già negli anni 85-86 il nuovo complesso doveva avere assunto una sua precisa fisionomia mentre nel 97 esso fu inaugurato dal nuovo imperatore Nerva (96-98), a nome del quale è tuttora conosciuto.
L’area fu trasformata in una piazza forense, di 114 x 45 mt circa, mediante l’inserimento di un tempio dedicato a Minerva al centro del lato corto orientale e l’applicazione di un colonnato aggettante dalla parete assieme alla trabeazione lungo i lati maggiori dove lo spazio disponibile era così stretto e allungato da impedire la costruzione di normali portici.
La semplice soluzione permise di risolvere il problema legato alla presenza dei due emicicli meridionali del Foro di Augusto che restringevano bruscamente l’area in larghezza e mentre il tempio di Minerva venne addossato a quello maggiore, disponendolo lungo l’asse del nuovo foro, l’emiciclo minore fu demolito.
L’addossamento fra l’abside augustea e quella del tempio e l’evidente asimmetria di quest’ultimo, furono mascherati e armonizzati sul retro da un portico ellittico: la Porticus Absidata, del quale rimangono oggi pochi ruderi di pilastri in blocchi di tufo e che costituiva anche l’accesso monumentale al Foro dalla Suburra.
Del Foro di Nerva, dopo gli scavi più recenti, sono visibili i due estremi settori orientale e occidentale mentre la parte centrale della piazza giace ancora inesplorata sotto Via dei Fori Imperiali.
Il settore orientale fu scavato nel 1931-1942 e nell’ angolo formato da questo con l’attuale Largo Corrado Ricci, rimane ancora in piedi, l’unico tratto superstite dell’antico muro perimetrale del foro al quale si addossano intatte, dopo più di diciannove secoli, le sole due colonne aggettanti assieme alla trabeazione superstiti delle quarantaquattro in marmo pavonazzetto che decoravano i lati della piazza: le cosiddette “Colonnacce”.
Sopra di esse poggia una trabeazione dal fregio riccamente decorato, sporgente al di sopra di ogni colonna e ogni volta rientrante a filo del muro perimetrale, sormontata da uno slanciato attico.
Per maggiori informazioni: